– SCHEDA INFORMATIVA

 

 

DEFINIZIONE

L’espressione “violenza domestica” designa tutti gli atti di violenza fisica, sessuale, psicologica o economica che si verificano all’interno della famiglia o del nucleo familiare o tra attuali o precedenti coniugi o partner, indipendentemente dal fatto che l’autore di tali atti condivida o abbia condiviso la stessa residenza con la vittima.

CARATTERISTICHE PRINCIPALI

  • tra la persona violenta e la vittima esiste un legame affettivo. Spesso questo legame persiste anche dopo una separazione o un divorzio;
  • la violenza si consuma soprattutto nella propria abitazione, considerata in teoria il luogo più sicuro e protetto;
  • la violenza domestica lede l’integrità fisica e/o psichica mediante il compimento o la minaccia di atti fisici, sessuali e/o (gravi) atti psicologici da parte di una persona vicina;
  • la violenza domestica si protrae in genere per lunghi periodi e spesso cresce d’intensità con il passare del tempo. Gli atti violenti unici, dettati da un comportamento spontaneo in caso di conflitto costituiscono un’eccezione;
  • esiste una chiara correlazione tra predominio e comportamento di controllo nel rapporto e uso della violenza. Chi commette violenza sfrutta spesso un’asimmetria di potere all’interno della relazione. Tra le coppie che basano la propria convivenza sulla parità dei diritti, il rischio che si sfoci in atti di violenza è minimo;
  • occorre tenere conto della spirale della violenza domestica e dei diversi tipi di vittime e autori per elaborare consulenze ed interventi efficaci e consoni alle esigenze . Nell’insorgere della violenza nei rapporti di coppia sono spesso decisivi elementi come la ripartizione del potere, l’influsso e il controllo reciproco dei partner, la loro forma di comunicazione e i contatti sociali. Studi empirici hanno dimostrato che la ripartizione dei ruoli in seno alla coppia incide notevolmente sul manifestarsi della violenza.

FORME DI VIOLENZA

La violenza domestica si manifesta sotto varie forme, che possono concretizzarsi in modo isolato o congiunto, e si distinguono a seconda della costellazione relazionale, del sesso e dell’età delle persone coinvolte. Le diverse forme di violenza vengono esercitate attraverso il compimento o la minaccia di compiere tali atti.
Possono verificarsi nell’ambito di una comunione domestica esistente o sciolta.

  • La violenza fisica comprende azioni quali percuotere (con e senza oggetti), spingere, scuotere, mordere, strangolare, legare, colpire con oggetti e aggredire fisicamente, talvolta fino a un esito letale. Quella fisica è la forma di violenza più evidente e di regola più facile da dimostrare; il più delle volte si accompagna ad altre forme di abuso.
  •  La violenza sessuale comprende ogni pratica sessuale non desiderata o tollerata che spazia dall’imposizione di un’atmosfera sessualizzata passando per le umiliazioni di carattere sessista, alla costrizione di atti sessuali, fino alla violenza carnale. Per sfruttamento sessuale di bambini e adolescenti s’intende qualsiasi forma di atto sessuale commesso contro di loro sia da adulti che da minorenni.
  • La violenza psicologica comprende sia minacce gravi, coazione, privazione della libertà, stalking, ciberstalking e ciberbullismo (stalking e mobbing in Internet), sia forme che, di per sé, non costituiscono una minaccia immediata ma che, una volta sommate, devono essere considerate alla stregua di un atto di violenza. In questo ambito rientra la violenza di carattere discriminatorio, sotto forma di disprezzo, offese, umiliazioni, biasimo, messa in ridicolo della vittima dichiarandola pazza o stupida, sfruttamento dei minori come mezzo coercitivo, biasimo che infonde sensi di colpa, intimidazione o insulto. L’esercizio prolungato di questi atti di violenza si ripercuote – a volte gravemente – sull’autostima e sulla salute delle vittime. Anche determinate esperienze di maltrattamenti «indiretti» sono considerate violenza psicologi-ca, come l’assistere ad abusi nel rapporto di coppia dei genitori o le torture inflitte ad animali domestici appartenenti alla vittima.
  • La violenza sociale comprende le limitazioni imposte alla vita sociale di una persona, quali il soggiogamento, la segregazione, il divieto o il controllo severo dei contatti con la famiglia o con il mondo esterno o anche il divieto di apprendere le lingue nazionali.
  • La violenza economica comprende il divieto di lavorare, la costrizione a lavorare, il sequestro del salario, la facoltà di disporre esclusivamente delle risorse finanziarie arrogatasi da uno/una delle/dei partner e l’obbligo a sottoscrivere contratti di credito.
  • Il matrimonio forzato è considerato una forma specifica di violenza domestica. In genere si parla di matrimonio forzato quando la futura sposa o il futuro sposo subisce una pressione affinché accetti l’unione prevista.

La violenza sociale ed economica sono manifestazioni di violenza psicologica e rappresentano comportamenti che nella loro globalità mirano a controllare la vittima e a limitarne la libera volontà.